Sul cammino di San Francesco fino a San Sepolcro

Posted: 1 Agosto 2024 by Jennifer

Sul cammino di San Francesco fino a San Sepolcro

Mi sono dimenticata di raccontarvi dell’ultima tappa, per ora, del cammino di San Francesco, dal rifugio “Pian della Capanna” a San Sepolcro. Per me è stata la tappa più bella di questi tre giorni, quella che sarebbe piaciuta anche alla mia amica Maia.

Qui potete rileggere le tappe precedenti.

La giornata prometteva bene, senza pioggia in vista. Dopo una buona colazione, siamo partite dal rifugio, che si trova direttamente sul percorso.

Sul sentiero abbiamo trovato ancora un po’ di neve residua dalla notte precedente. È incredibile pensare che siamo a fine aprile e abbiamo incontrato una tempesta di neve proprio ieri notte. Il percorso è meraviglioso, fatto quasi interamente di mulattiere e sentieri rocciosi, non sempre facile da percorrere sopratutto con una giornata di pioggia. Non abbiamo incontrato nessuno, immersi nel silenzio per tutto il cammino. Nessuna traccia di civiltà ci ha disturbato, solo splendide vedute da ammirare. Nonostante il freddo, la natura è in piena primavera con le sue fioriture e i suoi profumi. Qui si può scoprire una Toscana nascosta e diversa. Meravigliosa, rude e silenziosa. Non è difficile capire perché San Francesco scelse proprio questi luoghi per il suo ritiro spirituale. Il contatto con la natura e il silenzio è profondo, un luogo ideale per ritrovare la pace, se stessi e nuovi orizzonti da esplorare.

Il cammino di San Francesco mi piace sempre di più. Mai ho provato una sensazione così forte di essere parte del mondo, parte dell’universo.

Dopo diverse ore di cammino lento, ci siamo fermate all‘Eremo di Montecasale. Le origini dell’eremo risalgono a un paio di secoli prima dell’anno 1000, quando fu eretta una fortificazione per controllare il passaggio tra l’alta Valtiberina e le Marche. In seguito, il sito fu affidato ai frati camaldolesi che lo adibirono a ospizio per pellegrini e successivamente a centro di assistenza per malati. Nel 1212, il luogo fu donato a San Francesco e da allora è abitato dai Francescani. Dal 1537, con la bolla di Papa Paolo III “Exponi-vobis”, l’eremo è stato affidato definitivamente ai frati Francescani Cappuccini, che lo custodiscono ancora oggi. Architettonicamente, l’eremo ha subito nei secoli vari rimaneggiamenti, restauri e ampliamenti.

È un luogo incredibile, dove San Francesco soggiornò varie volte. L’ultimo soggiorno del poverello di Assisi presso l’eremo è segnalato verso la fine di settembre del 1224, al ritorno da La Verna, dove aveva ricevuto le stimmate. In quell’occasione, San Francesco operò un miracolo a favore di un frate malato di epilessia, che guarì istantaneamente dopo aver mangiato una fetta di pane benedetta. Presso l’eremo trovarono ospitalità anche Sant’Antonio e San Bonaventura, dei quali si conservano le celle e gli abiti.

All’ingresso trovate il timbro per la vostra credenziale. Abbiamo deciso di fermarci per pranzo in uno spazio sosta con una vista meravigliosa sulla vallata. Per trovarlo, seguite il cartello per i servizi igienici e scendete le scale. È permesso entrare nel cancello sottostante l’eremo.

Dopo pranzo, siamo ripartite in discesa verso San Sepolcro. Purtroppo, gli ultimi chilometri sono stati tremendi: lunghi e infiniti su una strada stradale orrenda. Uno shock dopo i giorni di silenzio, molto fastidioso. Non saprei come si potrebbero “saltare” questi chilometri; forse potrebbe essere una buona idea prendere un autobus o chiudere gli occhi, non so.

Arrivate a San Sepolcro, fermatevi all’ufficio turistico in Piazza Torre di Berta. Troverete un bagno, informazioni sul cammino di San Francesco e il timbro per le credenziali. Se avete tempo, visitate il Museo Civico, dove le opere di Piero della Francesca fanno da padrone. Emozionante è la sua Madonna della Misericordia, una delle opere più importanti del Rinascimento italiano, realizzata tra il 1445 e il 1462. Bello anche il Duomo di Sansepolcro e il Museo Aboca, dedicato alle piante medicinali e alla loro evoluzione nella medicina naturale, mostrando i vari modi in cui l’uomo le ha usate nei secoli per curarsi.

Noi invece siamo tornate alla macchina per rientrare a Firenze. Purtroppo, il cammino finisce qui, per ora. È stato meraviglioso e non vedo l’ora di poter continuare. Mi sono immaginata di riprendere in autunno, ma non si sa mai. Per me è stato il cammino più bello mai fatto fino ad ora. Vi aggiornerò.

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