Il cammino di San Francesco. Il secondo giorno.

Posted: 27 Giugno 2024 by Jennifer

Il cammino di San Francesco ci piace molto fino ad ora (leggi dal inizio) e ci svegliamo riposate la mattina del secondo giorno.

La Maia mi manca, ma so che a casa i miei “ragazzi” se ne prendono cura con amore. In ogni caso, la neve di ieri sarebbe stata un grande ostacolo, quindi sono un po’ sollevata che non ho potuto portarla. Qualcuno scherza dicendo che la Maia finge di essere cieca, così non la costringo più a camminare per venti chilometri al giorno sul cammino di San Francesco.

Facciamo una colazione stupenda e ricchissima, preparata dal nostro B&B, e partiamo. La giornata di oggi prevede molta pioggia dall’ora di pranzo, quindi cerchiamo di percorrere più strada possibile la mattina.

La prima parte del percorso sale in modo costante fino all’Eremo di Cerbaiolo, un luogo magnifico, ricco di storia e silenzio. Qui, nel 1217, San Francesco riposò insieme ai suoi frati durante una loro permanenza a Pieve di Santo Stefano. Chiedete di Padre Claudio Ciccillo per un timbro sul credenziale, la perfetta “scusa” per fare visita in questo luogo. Ci ha accolto con un buon caffè e un dolce fatto in casa. È stata un’esperienza bellissima poter visitare questo piccolo gioiello, che lui stesso e molti volontari sono riusciti a restaurare.

Ripartiamo da qui attraverso un percorso come ci ha indicato Padre Claudio e che dall’Eremo sale ripidamente in alto e non troverete sulle mappe, ma è segnalato. È più diretto, non è necessario scendere per poi risalire e vi congiunge al percorso ufficiale sotto il Montalto.

Il cammino è molto, molto bello da questa parte. Abbiamo una meravigliosa vista sul lago di Montedoglio, di cui non conoscevo l’esistenza, e camminiamo attraverso boschi e prati fino ad arrivare al passo di Viamaggio, quando il cielo inizia a cambiare colore improvvisamente.

Ci rifugiamo all’interno del bar al passo e pranziamo, mentre fuori inizia a piovere come se non ci fosse un domani. Abbiamo ancora sei chilometri di cammino da fare, fino al rifugio di Pian della Capanna, e ci prepariamo al peggio.

Poi il miracolo! La pioggia si trasforma in neve e, nonostante l’abbondanza, non ci bagniamo neppure un po’. Questa volta mi sono portata anche un piccolo ombrello, che detesto, ma mi ha tenuta completamente asciutta. Provateci, solo su percorsi facili e pianeggianti, dove non c’è rischio di caduta e non è necessario avere le mani libere.

Il percorso da qui è uno spettacolo. Attraversiamo faggete di un verde acido stupendo e una natura ricca e silenziosa fino al rifugio di Pian delle Capanne. Stanotte ci fermeremo qui. Chi mi conosce sa che, per adeguarmi alla Maia, ho sempre percorso non più di 15 km al giorno e spezzo quasi tutte le tappe. Questa volta, anche senza la Maia, voglio continuare con questa abitudine. Mi piace il cammino lento e godermi ogni singolo minuto del percorso.

Il rifugio è stupendo, molto carino e pulito. Veniamo accolti con i riscaldamenti accesi e ci aspetta una bella cena accanto al camino

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