Ecco il racconto della seconda tappa del cammino di Francesco che per noi è la prima tappa 🙂 Abbiamo saltato la prima tappa, che ci avrebbe portato da Firenze a Pontassieve, e abbiamo iniziato direttamente da Pontassieve. Un giorno, più in là , vi farò anche la prima tappa così avrete un quadro completo.
Da una vita avevo questo cammino sulla mia “to do list”. e finalmente mi sono ritagliato sei giorni per farlo. Con calma e senza fredda come da nostra abitudine. Come sempre ho prenotato tutto in anticipo e questa volta si è rivelato vincente. Abbiamo incontrato molti pellegrini che hanno dovuto saltare delle tappe perché non trovano più posto per dormire a causa del ponte del 25 aprile 2022. Sul cammino di Francesco non ci sono tantissime accoglienze e, molte volte, piccole. Pertanto se andate per delle festività prenotate.
Partiamo allora con il racconto della seconda tappa del cammino di Francesco da Pontassieve alla Consuma. Sono 18 chilometri circa con un bel dislivello di 1000 metri. Come inizio niente male. Cercheremo di non utilizzare nessuna traccia Gps e ci affideremo completamente alla segnaletica del cammino segnato in giallo e blu. Molte volte anche il tao giallo fa da segnavia.
Con noi cammina la nostra amica Irene, che già sulla Via degli Dei, è stata una compagna preziosa.
Il meteo ci prospetta dei giorni disastrosi. Infatti alla nostra partenza piove, dopo tre mesi senza una goccia d’acqua, e tutta la giornata non smetterà mai. Gocce che si sopporta fino ad un certo punto, con l’attrezzatura giusta, ma che prima o poi inizieranno a rompermi le scatole. Lo so già .
Partiamo allora sotto la pioggia con una bella salita. Le prime ore si cammina su strade asfaltate, attraversando infinite vigne dell’azienda Frescobaldi e piccoli borghi. Non passa mai una macchina pertanto la camminata è communque molto piacevole. A Diacceto potete trovare un bar se avete bisogno di un rinfresco.
Dopo il castello di Ferrano ci perdiamo. La segnaletica ci porta su un monte appena dopo il castello. Mentre salgo mi chiedo perché questa deviazione in salita, ma mi affido alla via. Dopo un tratto piuttosto lungo, sempre in salita, inizio invece a dubitare e decidiamo di ritornare al punto di partenza. Un ora di salita, mezz’ora discesa. La sera scopriremo che la segnavia probabilmente era stato malmesso appositamente da qualcuno e questo malfatto ci procura circa cinque chilometri “in aggiunta”alla tappa già piuttosto lunga. Abbiamo uno sconforto di dieci minuti per poi riconcentrarsi sulla via ancora da percorrere.
Inizia infatti il bello: Il bosco e la salita senza fine. Una salita continua, quasi mai pero molto ripida. Con un ritmo di un passo adagio arriverete in fondo. Piano, piano ogni montagna può essere attraversata.
Mi hanno aiutato, in tutto il cammino, molto i bastoncini. Mai utilizzati prima d’ora. Una bella scoperta di cui non farò più a meno.
Bello il bosco che attraversiamo. Magico con la pioggia e nebbiolina. Abbiamo incontrati i salamandrini pezzati e goduto del silenzio assoluto di cui avevo bisogno.
A circa un ora alla fine la Maia inizia a tremare come una foglia. E’ bagnata dalla pioggia da stamattina. Il cappottino da pioggia ormai non regge più.
La vedo malissimo e decido di portarla in braccio gli ultimi tre/quattro chilometri per riscaldarla un po’. Mi prende sempre un angoscia se vedo la Maia non stare bene per colpa delle mie camminate. Avevamo esagerato e mi ero accorta troppo tardi.
Faccio l’ultimi chilometri “volando” e Elena, la host della nostra accoglienza di stasera, mi appare come un miraggio alla finestra del ospitale San Domenico . Un luogo bellissimo. Pulito ed arredato con gusto. Le camere sono in legno e la piccola cucina molto vintage. Ci riscaldiamo con una doccia e riesco ad asciugare la Maia che, dopo aver mangiato, si mette a dormire immediatamente.
Marta Signi, guida ambientale del luogo e il nostro angelo custode della Via di Francesco, ci ha lasciato un graditissimo regalo in camera. Un tao fatto a mano dall’associazione consuma creativa. Un graditissimo portafortuna da mettere allo zaino.
Scendiamo in cucina perché abbiamo prenotato la cena in ospitale. Dopo un cammino preferisco non dover uscire più e, se c’è la possibilità , prenoto sempre la cena nel luogo in cui dormo.
Luca, il marito di Elena, ci fa compagnia durante la cena e ci serve una buonissima minestra calda, del formaggio, verza con la salsiccia e un meraviglioso creme caramel. Tutto a chilometro zero. Sodisfatte saliamo in camera per dormire. Prenotateci. (anche direttamente con attraverso la mail: elenac71@yahoo.it)
Non vi pentirete.
Giorno due da poter leggere qui
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