Nessuno a mai avuto il coraggio di vendere libri in questo angolo dimenticato di mondo (Edmund Brundish)
Io e la Maia in questo momento stiamo scrivendo da un posto fuori dal mondo.
Non pensavo che esistessero ancora alloggi in questa maniera. Siamo a 60 chilometri da Roma, la capitale d’Italia, e sembra di essere stati catapultati davvero nel Medioevo della ospitalità.
Ma raccontiamo dal inizio.
Partiamo, come tutte le mattine prestino, da Vetralla. Il meteo annuncia bruttissimo tempo. Infatti nuvole nere pesando sulle nostre teste. Decido di disdire l’alloggio che avevo prenotato essendo a 18 chilometri da qui. Con la Maia è difficile camminare con il maltempo. Non tanto per la pioggia, ma per il suo terrore dei tuoni e lampi. Si blocca, ansima e trema. Non posso rischiare di finire a meta strada senza poter continuare il cammino.
Il primo pezzo del percorso non è molto bello. Strada asfaltata e molte machine. La segnaletica lascia a desiderare come in quasi tutto il Lazio. Il passaggio è sporco. La spazzatura di ogni genere abbandonato dovunque. Marciapiedi fatiscenti. Spero che la popolazione del posto e l’amministrazione comunale captando presto l’opportunità che gli venga fornito grazie al passaggio della Via Francigena. Sempre più pellegrini passeranno su questa via e, oltre al occasione di guadagnarci qualcosa, sarebbe un modo per far conoscere anche questo ricco e fantastico territorio.
Dopo circa una mezz’ora di cammino entriamo in un bosco meraviglioso. La Maia si sveglia e riaccende il suo istinto da predatore. Il bosco è meraviglioso la mattina. L’odore, gli uccelli che cantano e il rumore assente della città.
Attraversiamo campi di nocciole infinite che hanno preso il posto dei oliveti di ieri. Potete rileggere Qui se magari non avete ancora dato uno sguardo alla giornata di ieri. Rimanete sempre sul percorso della Via Francigena. I contadini non gradiscono che le persone si avventurano nelle loro terre. Abbiamo visto una volpe sparata e non si sa mica mai 😅
Mi fermo a Vico Matrino per comprare del cioccolato alla Cimina Dolceria direttamente in fabbrica. Consigliatissima fermata. La ragazza al interno del negozio è carinissima e vi può suggerire cosa assaggiare.
Quando usciamo con lo zaino piano di ogni tipo di nocciola, cadono le prime gocce e si sentono i tuoni in lontananza. Un pezzettino di strada ancora e cerco l’alloggio più vicino su Booking che ci porterà dritte, dritte in questo alloggio qui.
Appena entrate in camera viene giù una pioggia incredibile e ringrazio di aver rimediato al istante.
La Maia inizia a tremare e solo dopo un tempo lunghissimo riesco a tranquillizzarla tenendola in braccio.
Dopo l’euforia di averla scampata, inizio a focalizzare meglio su dove siamo finite e non avete davvero idea. La camera è minuscola è scarsamente rifinita. Il Wi-Fi prende solo in salone dove ci salutano i pinguini. In camera non prende nulla e anche in bagno non c’è traccia di un riscaldamento. Non esiste un POS per pagare e rimaniamo senza contanti nel portafoglio. Non esiste neppure un ristorante o un bar qui nelle vicinanze, pertanto stasera mangeremo quello che abbiamo nello zaino: una scatola di manzo a pezzettini per la Maia e schiacciata al olio per me. Proprio da veri pellegrini. L’unica cosa che mi consola è che la stanza ha almeno la TV. È mercoledì e posso vedere la mia trasmissione preferita abbuffandomi del cioccolato appena comprato.
Dormiremo presto e ci alzeremo ancora prima per vederci meglio Capranica e Sutri. La nostra meta di domani prima di tornare a casa. Ecco il nostro racconto Qui
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