La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
(Paolo Coehlo)
Cambia-menti o perché un cane non è “solo” un cane.
Ancora piove a Firenze, stiamo molto a casa e non possiamo raccontare delle nostre avventure. Pertanto voglio raccontare un pezzetto di noi qui su Meama.
Magari qualcuno sta passando un periodo difficile e, dopo questo racconto, può pensare di aver voglia di prendersi cura di qualche piccola anima pelosa, adottando da un canile italiano.
Nella mia vita, da quasi sempre, in una decadenza di sette anni precisi, si verifica un importante sconvolgimento sul mio percorso. Forse fa parte della mia leggenda personale, come direbbe l’Alchimista, il mio libro preferito di Paul Coelho, o magari potrebbe essere anche solo un incredibile caso. Non lo so.
Fatto sta, che questi sette anni passati non sono stati affatto facili per me.
Mi è successo quello, che succede a molte persone: La frase “nella buona e cattiva sorte”, che per me è sempre stato il concetto più importante da seguire per una coppia, al interno della mia di relazione aveva perso significato. Per impotenza, mancanza di volontà o ragioni mai dette. Non si saprà mai. Mi sono trovata sola, in una nuova casa, con un monte di casini da elaborare, da sopportare e da risolvere. Incapace di reagire. Profondamente ferita. Un crollo di tutto quello, che fino a questo momento era stato il mio punto di riferimento. Svanito in un istante il legame, che era stato da anni la cosa più importante per me.
Ci sono persone che superano in fretta, ci sono altre come me, che ci mettono anni. Che si immergono nel profondo della propria anima per poter rinascere. Sono stata molto sola. Mi sono isolata. Molto. Il mio modo per ritrovarmi. La mia leggenda personale.
Ci sono cose peggiori nella vita?
Certamente si è lo so, ma in quel momenti non riuscivo a trovare nessuna uscita da questo tunnel pieno di buchi neri.
Poi è arrivata la Maia.
Molti mi dicono che l’ho salvata da un tremendo destino, in realtà è meglio dire, che ci siamo salvate a vicenda.
E arrivata in punta dei piedi.
Silenziosa con le orecchie aperte. Era spaventata quanto me e ci siamo fatto coraggio l’una con l’altra.
Lei era lì e basta. Sempre. Paziente, silenziosa, presente.
Abbiamo iniziato ad uscire, a passeggiare, a mettere la testa fuori di casa. Abbiamo scoperto un sacco di interessi in comune. A fare il trekking, a percorrere insieme il cammino sulla Francigena. Poi piano, piano abbiamo anche cercato di provare a fidarci di nuovo dei maschietti.
E’ stata la mia spalla.
La mia speranza del “andare avanti”.
È solo un cane diranno in molti. Si, infatti la Maia è “solo” un cane, ma è una delle cose più meravigliose che abbia mai visto ed è riuscita a fare tutto questo.
Creare un legame profondo solo con la sua semplice presenza.
In realtà e’ la mia piccola salvatrice con il ciuffo.
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